Nella PA le donne sono il 58%, solo il 33% nei posti apicali. Per la federazione dei professionisti pubblici è un trend da invertire con urgenza se si vuole dare nuova competitività al Paese.
ROMA, 17 FEB – “L’ultimo Consiglio dei ministri su proposta del ministro della Salute Orazio Schillaci, ha nominato i capi dei nuovi dipartimenti del ministero della Salute, istituiti in seguito alla riorganizzazione del dicastero. Si tratta certamente di ottimi professionisti che hanno già dimostrato in passato il loro valore. Tuttavia, non possiamo non notare come tra di loro, anche questa volta, non ci sia nessuna donna”, afferma la FLEPAR. Un dato che conferma la difficoltà per il genere femminile di ambire ai posti apicali centrali della PA e delle società pubbliche in generale. Capita spesso infatti che alle donne siano destinati ruoli importanti ma non apicali, cioè con potere esecutivo e gestionale. I dati parlano chiaro: nella pubblica amministrazione, ad esempio, è in maggioranza formata da donne, che rappresentano il 58,8% del totale dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani. Se si guarda, però, alle posizioni apicali, la situazione cambia sensibilmente: solo il 33,8% è donna, appena una su tre.
Verrebbe da dire che la parità di genere non gode di buona salute. Come FLEPAR metteremo in atto diverse iniziative per cambiare rotta”, conclude la Segretaria generale della Federazione dei professionisti pubblici Tiziana Cignarelli.