CORREZZOLA (SEGRETARIO GENERALE), “METTERE IN CAMPO STRUMENTI GIA’ PREVISTI.
SERVE CONTRIBUTO DEI PROFESSIONISTI PUBBLICI”.
Roma, 21 febbraio 2024 – “Esortiamo le commissioni di inchiesta per la sicurezza sul lavoro di Camera e Senato a prendere l’iniziativa e guidare il cambiamento rendendo pienamente operativo il Sinp, il Sistema nazionale la prevenzione nei luoghi di lavoro e, utilizzando le competenze dei professionisti pubblici, per attuare prevenzione operativa sul campo, nelle aziende e nei cantieri sulla base delle informazioni e priorità che proprio dal Sinp emergeranno. Per evitare situazioni di illegalità diamo certezza normativa alle imprese e contestualmente attuiamo una seria politica di regole dispositive di
penalità tale da non rendere conveniente lo sfruttamento del lavoro nero o altre situazioni
contrarie alla legge”. Questo l’appello che giunge da Claudio Correzzola, Segretario generale della
FLEPAR – Inail, l’associazione degli avvocati, professionisti, tecnici dell’Istituto nazionale.
“A pochi giorni dal crollo di una trave nel cantiere di Firenze ci sovvengono alla memoria altre
immagini, quali quelle della strage di Brandizzo in cui altri lavoratori hanno perso la vita”, continua
Correzzola. “Una strage silenziosa, quante morti dovranno avvenire prima che passiamo dalla
cultura del cordoglio a quella della prevenzione operativa? La prima forma di prevenzione è la
conoscenza. In molte tragedie di questo tipo troviamo elementi comuni che possono fungere da
indicatori di rischio. La presenza di lavoratori non strutturati e somministrati in modo temporaneo
o, peggio, di lavoratori irregolari, o di lavoratori stranieri non istruiti nella lingua italiana, fattori
che rendono assai difficile poter ottenere una formazione ed una coordinazione adeguate. Errori
nella progettazione, deviazioni in fase di progetto esecutivo, rischi da interferenza,
misunderstanding, sono tutti elementi che favoriscono l’accadimento di infortuni mortali”.
“Da più parti si invocano più controlli, sanzioni e pene più gravi, punire i colpevoli appaga il senso
di giustizia, ma cercare un colpevole senza interrogarsi sulle soluzioni non previene il ripetersi del
fenomeno infortunistico. La prevenzione si ottiene dalla conoscenza e la conoscenza
dall’osservazione da parte di uno sguardo esperto. Per questo è importante l’apporto di tecnici
esperti di sicurezza sul lavoro. Punire i “colpevoli” non basta, non ha mai funzionato. Occorre
rendere non conveniente la illegalità. Quanti altri lavoratori dovranno morire prima che queste
proposte e soluzioni siano prese in considerazione?”.