“In primavera nuove nomine nelle società partecipate, per crescere premiare capacità femminili”. Per la Federazione dei professionisti pubblici “è necessario intervenire anche con nuove leggi“
Il 58,8 per cento della pubblica amministrazione è formato da donne, pari a 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Solo il 33,8 per cento però è dirigente, molto inferiore la percentuale di donne che ricopre ruoli apicali. Grazie a importanti norme che negli ultimi anni hanno rafforzato la presenza femminile nei Cda nelle società quotate, le donne oggi ricoprono il 43% degli incarichi, per effetto delle quote rosa, ma sono ancora troppo poche quelle ai vertici. Secondo dati Consob, solo in 5 società quotate su circa 210 la partecipazione di controllo è in mano alle donne, ovvero poco più del 2%.
Per la Segretaria generale della Federazione dei professionisti pubblici Tiziana Cignarelli, “Due grandi categorie sono assenti dai posti apicali: le donne e i giovani. Proviamo a dare una scossa, e lo faremo proprio dopo l’otto marzo per non far calare l’attenzione sul tema. Non è semplice rivendicazionismo”, per la Cignarelli ma “necessità di attivare importanti leve di cambiamento. Lo dicono i dati: se entro il 2030 l’Italia raggiungesse la media europea di presenza e partecipazione delle donne al mondo del lavoro potrebbe conseguire un aumento cospicuo di Pil. Siamo alla vigilia di una nuova tornata di nomine dei vertici di alcune aziende partecipate strategiche. Quale migliore occasione per dare un segnale di svolta?”.
Di questo, di come provare a cambiare, di quali nuove iniziative legislative possono contribuire a migliorare questi dati, si parlerà all’iniziativa promossa dalla FLEAPR prevista per giovedì 4 aprile, dalle 14.30, presso la sala di Palazzo Merulana in via Merulana n.121.