Occorre fare di più e presto. Non è un invito, piuttosto una messa in mora del governo, che la Corte dei conti giudica insufficiente su molti fronti. Tante le critiche che muove il Procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri nella Requisitoria sul Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio 2023, sopratutto nella gestione della sanità: personale sottopagato, liste d’attesa che hanno bisogno di “ulteriori interventi”, risorse insufficienti per garantire il diritto alla salute ai cittadini Per garantire le prestazioni sanitarie e ridurre le liste di attesa sono “necessari ulteriori interventi; il sistema sanitario, dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica – accentuata dalla fuga del personale sanitario, non adeguatamente remunerato – cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non piu’ rinviabili, nei campi dell’organizzazione, delle strutture, della formazione e delle retribuzioni, al fine di garantire effettivita’ al diritto alla salute”. Il tempo è scaduto: gli investimenti nella sanità “non sono più rinviabili”. L’allarme dei giudici contabili mette in evidenza tutte le criticità che il governo non riesce ad affrontare, a iniziare dalla fuga del personale sanitario che non è “adeguatamente remunerato”.
Ma i magistrati non risparmiano critiche anche all’Inail: “ha tante risorse ma gli infortuni non diminuiscono”. Nella requisitoria del generale Pio Silvestri riecheggia la vicenda di Satnam Singh, l’agricoltore indiano abbandonato con un braccio amputato nelle campagne di Latina. “È urgente l’esigenza di una rivisitazione dei meccanismi di finanziamento della prevenzione in chiave di pieno utilizzo delle risorse disponibili”, è il richiamo al governo. Più risorse e in tempi brevi per la sicurezza sul lavoro. Anche perché la disponibilità c’è, ma non viene sfruttata. “Desta perplessità che il bilancio Inail presenti un ingente ed improprio avanzo annuale, spesso superiore al miliardo, che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico”. Eppure, scrive sempre la Corte, siamo di fronte a “una crescita esponenziale degli incidenti sul lavoro con un numero di vittime sempre più elevato e con costi sociali ormai fuori controllo”.
Infine una nota sull’evasione, il nero che avanza. “Il numero dei contribuenti che non versano quote rilevanti delle imposte dovute e dichiarate è consistente”, annotano i magistrati contabili. Gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate sono diminuiti (175 mila nel 2023 contro i circa 190 mila dell’anno prima e i 267 mila del 2019) e i contribuenti richiamati che si mettono in regola sono sempre di meno: solo poco più del 20% viene corrisposto, mentre quasi l’80% finisce dentro cartelle e avvisi. Una lotta all’evasione al ribasso quando invece – è il monito della Corte – servirebbero controlli a tappeto e “non limitati alle posizioni rilevanti”.
Il sentiero dei conti pubblici dentro cui si muove il governo è angusto. La parola d’ordine per l’esecutivo è selettività. Da calare su misure “che garantiscano favorevoli impatti per famiglie e imprese e ricadute positive sui conti e sulla qualità dei servizi”. Non avremmo saputo dirlo meglio…